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La Certosa di Pavia senza più frati


Dal 1° Gennaio 2026 i frati della Certosa di Pavia non ci saranno più. La Certosa di Pavia è un monumento storico architettonico di grande rilievo ma soprattutto una comunità monastica che coltiva la spiritualità dell'intero territorio che da Milano conduce a Pavia. 

Si andava alla Certosa per trovare i frati per costruire un dialogo aperto con dio e con la propria fede.
Non è la prima volta nella storia che la Certosa rimane priva della comunità monastica, tuttavia l'impressione è che questa volta potrebbe essere per sempre.

Trovo che sia una grave perdita per questo territorio la mancanza di questa comunità monastica e ritengo che si sarebbe dovuto fare di più  per aiutare gli ultimi frati rimasti a gestire questo bene che non è solo artistico e architettonico ma spirituale.


Oggi sembra che la spiritualità non interessa a nessuno. Ci si lamenta della mancanza di vocazioni, ma la vocazione è come il talento ha bisogno di luoghi d'esercizio e senza una comunità monastica non è possibile scoprire o esercitare la propria vocazione. 

L'abbandono dei frati, non ci sono solo le responsabilità della politica anche la comunità monastica forse ha qualche mancanza, nel non avere saputo intercettare le necessità e i bisogni della comunità, di fornire essi stessi un supporto spirituale alla comunità locale.

In questo senso ricordo le sorelle di un monastero di Sabbiona a Chiusa, che a meta degli anni 70 aprirono un luogo per la cura dei tossicodipendenti, il primo in Italia. Una parte delle suore accettarono una vita monastica non di clausura per aiutare la comunità alle prese con un problema che gettava nello sconforto molte famiglie.  


Questa esperienza insegna che bisogna costruire un dialogo con la comunità locale sapere intercettare le problematiche che non sempre sono solo dello spirito, farsi carico quando serve di dare il buon esempio.

Sentendo più fonti mi sono fatto l'idea magari sbagliando che tra la comunità locale e la comunità monastica i rapporti non sono idilliaci.

La sensazione che si ha è che i monaci sono stati messi in condizioni di andarsene, secondo fonti locali, si dice che era stato proposto ai monaci la possibilità di rimanere ma dovevano farsi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria, ricordiamo che la Certosa è un bene dello stato, cosa potevano fare solo sei monaci? 

Se posso permettermi è come dire a chi chiediamo l'affitto di un appartamento che oltre alle spese ordinarie dovrà sostenere le spese di ristrutturazione e di restauro, che in questo caso essendo un bene storico architettonico non sono nemmeno quantificabili, puoi chiederlo a sei poveri frati? Ho qualche perplessità in merito.

Solo la manutenzione ordinaria costa 500.000 euro l'anno, per quanto mi riguarda questi sei frati hanno fatto un miracolo in questi anni a tenere la Certosa in condizioni non dico buone ma sufficienti a garantire e mantenerla in vita, metterli in condizione di andarsene è veramente un gesto di cattiveria e poca riconoscenza.


Voglio dire un altra cosa che riguarda il collegamento con la stazione ferroviaria di Certosa e la Certosa stessa. 

Si va nel paese di Certosa di Pavia per la Certosa, non c'è altra ragione per andarci. 

Non è normale che dalla Stazione Ferroviaria di Certosa di Pavia non ci sia un collegamento con la Certosa, non dico un collegamento pubblico, un autobus privato per fare un esempio, ma nemmeno un passaggio pedonale per garantire la sicurezza di chi vuole arrivarci a piedi? 

Sono convinto che gli angeli ci arrivano dal cielo ma noi poveri peccatori credenti muniti dei soli cavalli di San Francesco abbiamo bisogno d'altro.

Si perché c'è una strada provinciale non tenuta benissimo, che potete percorrere a vostro rischio e pericolo, un km e mezzo in mezzo alla campagna, in una strada che non tiene conto della sicurezza dell'eventuale passaggio a piedi. 

Obiettivamente è originale non scendere  alla stazione di Certosa di Pavia ma andare a Pavia con il treno e poi tornare indietro con il bus per andare alla Certosa, diciamo che l'atteggiamento della politica e degli amministratori locali non ha mai aiutato molto la comunità monastica!

Un invito finché i monaci presenti ci sono, andateli a trovare, per dare loro almeno un minimo di solidarietà, consiglio anche di acquistare i loro prodotti, hanno un riso carnaroli di grande qualità, qui è nato il famoso risotto alla certosina o risotto della certosa, che gli abati di solito facevano preparare nei giorni festivi con solo ingredienti locali, sono inoltre famosi liquori, saponi, rosoli, unguenti e rosari.

Senza frati non sarà la stessa cosa, in primo luogo si pagherà un biglietto d'ingresso e le guide per il tour, sono tutti pronti a monetizzare l'eredità che i frati lasciano, soprattutto dei terreni intorno alla Certosa che fanno gola a più persone.

Mi viene un raspo in gola pensando al fatto che nessuno dei frati in 60 anni di visite alla Certosa non mi ha mai chiesto nulla se non un abbraccio fraterno!



Certosa di Pavia
Come arrivare alla Certosa di Pavia da Milano : con il treno da Milano S13 da Porta Vittoria fino a Pavia, da Pavia linea 175 delle Autoguidovie in dieci minuti. C'è anche la stazione Certosa di Pavia ma poi raggiungere la Certosa non è comodissimo e nemmeno sicuro a piedi.
In alternativa si raggiunge a Milano la stazione di metropolitana linea 2 Milano Famagosta sul piazzale il bus linea 175 diretto a Pavia delle Autoguidovie , il percorso circa 30 minuti e tre fermate, mentre il percorso in treno più bus dura circa un ora, un ora e dieci.
In alternativa da Binasco passa propria vicino l'ingresso della Certosa di Pavia, senza passare per la Stazione Ferroviaria di Certosa di Pavia, il pullman delle Autoguidovie numero 93 Binasco- Pavia, che ferma a Lacchairella, Giussago che da Binasco impiega 30 minuti.

Per saperne di più : Certosa di Pavia

Commenti

  1. Da quello che scrivi si direbbe che non è stato fatto niente per evitare che i poveri frati lasciassero la Certosa. E' un vero peccato, ma bisogna ammettere che il crollo delle vocazioni religiose ha contribuito non poco all'abbandono dei monasteri. Personalmente, sono dispiaciuta della partenza dei monaci; la mia ultima visita alla Certosa risale a parecchi anni fa ma ne ho un bellissimo ricordo, oltre che delle bellezze e della spiritualità del luogo anche della bottega dove si vendevano prodotti fatti con le loro mani, compreso le famose Gocce Imperiali..

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  2.  I monaci Cistercensi sono pochi e anziani e non possono fare miracoli ma le volte che sono stato alla Certosa ho sempre potuto ammirare i tesori che conserva.
    I Monaci saranno sostituiti dal Ministero della Cultura. Vedremo se cureranno con altrettanto amore questo splendido complesso monumentale storico
    Ciao Carmine grazie per il bel post.
    enrico

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  3. É pena que tal aconteça. Dessa maneira a vida na comunidade local fica muito mais pobre.
    Abraço de amizade.
    Juvenal Nunes

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  4. I ci sono stata almeno due volte, una volta con la mia classe di quinta elementare, l'anno scorso con una amica. Fino a poco tempo fa, i monaci rimasti erano sette, poi ho saputo anch'io che ora i monaci non ci saranno più e mi è spiaciuto perchè la Certosa è un complesso di spiritualità e fede. Io e la mia amica ci siamo arrivate da Milano, in treno, alla stazione di Certosa di Pavia e, al ritorno, ci hanno pure soppresso il treno che dovevamo prendere, per cui siamo rimaste un'ora ad aspettare , in quella desolata stazione, il treno dopo. E questo non è giusto, non si può sopprimere un treno così , sono arrivata a casa tardissimo quella sera !!! Altrettanto vero è che non è certo comodo ma soprattutto sicuro , girare intorno alla Certosa, nel bosco, per raggiungere l'entrata. Noi eravamo in due ma, una donna, da sola, non so se è raccomandabile !! Comunque , a parte questo, la Certosa è stupenda, ci ritornerei volentieri, se non fosse così scomodo arrivarci. Saluti

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  5. Non lo sapevo, è davvero una grande perdita, peccato!!!

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  6. Un luogo di grande spiritualità e bellezza che perde una parte importante della sua essenza. Dispiace davvero molto. Grazie, Carmine.
    Un caro saluto,
    MG

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