Trevinano è un borgo di 142 abitanti in provincia di Viterbo in una posizione particolare tra Toscana, Umbria e Lazio, che in questi giorni si è visto assegnare per il suo recupero una cifra di circa 20 milioni di euro.
Ci sono diversi progetti sia dell'Unione Europea che dello stato Italiano per destinare ai piccoli paesi con meno di 5000 abitanti un miliardo di euro nei prossimi 5 anni, una cifra per certi versi molto interessante, che fa gola a molti amministratori locali.
Nei giorni scorsi sono emerse molto polemiche sulla scelta di Trevinano come destinatario di questo finanziamento, in particolare dei sindaci degli altri piccoli borghi del Lazio che si sono visti privare di un possibile finanziamento.
Personalmente non conosco il progetto di Trevinano e come nei prossimi anni spenderà questa cifra, tuttavia vorrei fare qualche considerazione in virtù della mia esperienza personale.
Credo che bisogna riflettere perchè i luoghi vengono dimenticati e abbandonati, bisogna partire da questa considerazione.
Nella maggior parte dei casi a incidere sono soprattutto la mancanza di attività economiche che permette ai suoi abitanti di sostenersi.
Arrivo da un paese d'emigranti, dove sembra che chi scappa ha sempre torto e chi rimane ha sempre ragione, si va via per cercare migliori condizioni di vita, facendo cosi chi rimane può garantirsi migliori condizioni di vita perchè deve condividere con meno persone quello che c'è.
Ho visto persone rifarsi una vita in altri luoghi ma anche persone disperarsi per una vita, in fuga da una destinazione all'altra, la vita a volte può essere amara e poco fortunata per gli emigranti.
Affidarsi alla sola attività turistica come unica attività economica abbiamo visto in tempo di Covid può essere pericoloso fino a generare due anni di arrivi in negativo.
L'offerta turistica va sostenuta con l'avvio di progetti e l'attivazione di servizi, ristoranti bar, ufficio postale, banche, l'Italia ha la fortuna d'essere un paese turistico per definizione ma non basta mettersi sul mercato, bisogna avere capacità d'attrazione.
Può essere interessante rivolgersi ad un target ben preciso al fine di ottimizzare le risorse, per esempio il Portogallo di cui abbiamo parlato recentemente:
il paese di Ericeira ha deciso di rivolgersi esclusivamente ai surfisti, giusto o sbagliato che sia, ha scelto un target ben preciso e numericamente limitato ma adatto alla sua capacità di sviluppo e nello stesso tempo ha avviato l'attività economica della produzione, conservazione e vendita dei ricci di mare.
In Francia il paese di Tourettes sur loup opta per una strategia economica di valorizzazione di una varietà di violette, sia come volano per il turismo, per motivare le persone a muoversi dalla costa azzurra verso l'interno che come attività lavorativa di sostentamento della piccola comunità agricola.
Una realtà a noi più vicina è il paese di Pentedattilo in Calabria, dove la ristrutturazione delle case è stata fatta dalle famiglie dei ex emigranti unita però alla valorizzazione e la coltivazione di una varietà di Bergamotto.
Località che possono garantirsi un turismo 360 giorni all'anno ci sono ma sono in particolare le città d'arte come Firenze, Roma, Venezia per altre località è più facile avere un mese d'attività turistica, che solo un mese all'anno possa garantire la ripopolazione di un borgo è difficile ci vogliono altre attività economiche che possono garantire questo.
I borghi devo offrire un'esperienza unica non paragonabile altrove se vogliono inserirsi nell'offerta turistica è questo l'aspetto che mi auguro gli amministratori colgano di più.
Abbiamo visto in questo periodo di quanto sia difficile e labile la domanda turistica, tra pandemia e guerra sarà molto difficile tornare ai livelli di pre Covid.
Non vorrei che i borghi si trasformassero in pozzi di solo finanziamento pubblico a pioggia senza alcun feedback, non è che ricoprendo di finanziamenti gli amministratori locali i luoghi diventano meno disabitati!
Si possono ristrutturare case gratis (nulla è mai gratis se a pagare è la collettività o l'Unione Europea), si può rendere un borgo ecosostenibile dal punta di vista energetico e ambientale ma solo le attività economiche di più di 30 giorni all'anno e di una stagione possono ripopolare un borgo e avere la possibilità di rigenerarsi e di costruirsi un futuro per 360 giorni all'anno.
Per questo e per altre ragioni raccomando una visita in questo borgo del Comune di Acquapendente a Nord del Lazio distante circa 52 km da Viterbo, siamo nella zona della Comunità Montana dell'Alta Tuscia.
Una zona in cui passano diversi "cammini" dalla Via Francigena ai percorsi del riserva Naturale del Monte Rufeno, con il suo originale Museo del Fiore e un ricchezza botanica rara come il Giglio Rosso, Giglio Martagone, Giaggiolo susinaro e alcune rari narcisi e orchidee.
Dal punto di vista gastronomico la zona è nota per alcuni prodotti locali come l'Aglio rosso di Proceno, il Miele del Monte Rufeno, Lenticchia di Onano, la Patata dell'alto viterbese, Fagiolo del purgatorio e il Coregone del Lago di Bolsena.
Per saperne di più:
Comune di Acquapendente online
Ci sono diversi piccoli paesi disabitati, in tutta la penisola. io non ne ho mai visitato uno, son tutti un pò lontani, credo che sia molto difficile cercare di recuperarli e valorizzarli, son molto piccoli, a volte in luoghi difficili da raggiungere. E sviluppare un'attività come una coltivazione particolare.. mi sembra una cosa difficile. Saluti
RispondiEliminain effetti l'accessibilità è l'aspetto che spesso non viene tenuto conto, la facilità con sui si raggiunge una località è importante per la scelta di una destinazione.
EliminaLa valorizzazione di un prodotto o una coltivazione locale non sempre è possibile ed è una percorso difficile da praticare per diverse comunità
Ciao Carmine ti ringrazio per i tuoi bellissimi reportage , i paesi disabitati hanno una loro storia e un grande fscino . Io ne ho visistato uno quest'estate ed è come se il tempo si fosse fermato. lo so che non è facile ma bisognerebbe trovare le risorse per poterli fare toirnare in auge . Un saluto, Daniela.
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