L'Italia ha dei "luoghi" sconosciuti ai stessi italiani di inconfinata bellezza, uno di questi che mi è capitato di vedere ultimamente é Santo Stefano di Sessanio che si trova tra le montagne dell'Italia centrale in Abruzzo . Un piccolo villaggio della seconda metà del Rinascimento, nato come centro per il mercato della lana. Qualche anno fa l'amore per l'arte e la cultura ha permesso la ristrutturazione del borgo, un progetto coodinato da Daniele Elow Kihlgren, che ha trasformato le case del 1500 in un albergo diffuso con 30 residenze di grande pregio.
Santo Stefano di Sessanio é un borgo a 1250 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga. Nel periodo feudale Santo Stefano rientra nel dominio politico-territoriale della Baronia di Carapelle, appartenuta anche a due illustri famiglie toscane: i Piccolomini e i Medici. Il legame con Firenze era dovuto all’importanza mercantile della lana, che diede al borgo prosperità, testimoniata oggi dalla qualità e dall’articolazione architettonica degli edifici storici presenti.
Santo Stefano di Sessanio é un borgo a 1250 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga. Nel periodo feudale Santo Stefano rientra nel dominio politico-territoriale della Baronia di Carapelle, appartenuta anche a due illustri famiglie toscane: i Piccolomini e i Medici. Il legame con Firenze era dovuto all’importanza mercantile della lana, che diede al borgo prosperità, testimoniata oggi dalla qualità e dall’articolazione architettonica degli edifici storici presenti.
Una ricchezza archiettonica delle case con archi, logge, portali, camini e cornici in pietra. Il tutto con quella originale apparenza di sviluppo urbano spontaneo unito a un patrimonio paesaggistico circostante caratterizzato da elementi come campi aperti, stazzi, mandre, terrazzamenti a secco, “stanzie”. L’eccezionale integrità e fusione tra contesto antropico e contesto ambientale rappresenta l’aspetto più caratteristico di questo luogo. Che lo rendono meta ideale per un turismo lento all'insegna della quiete e del relax ma allo stesso tempo un turismo culturale per conoscere una cultura e una storia dimenticata.
Un lavoro di recupero e ricerca sta dando dei risultati nella gastronomia, l’attaccamento della popolazione alle tradizioni ha permesso la salvaguardia di antiche forme di coltivazione e la sopravvivenza di varietà colturali altrove scomparse. Sono diffuse colture antiche come la lenticchia, il cece ed il farro e le colture diffuse nel Medioevo come : zafferano, aneto e pastinaca. Il borgo ha anche un attività di ristorazione ispirata alle tradizioni antiche e locali.
Tel 0862-899112 ; Sextantio, reservation@sextantio.it
dev'essere un luogo incantato da sereno relax ciao
RispondiEliminaciao e grazie per la visita
RispondiEliminabel progetto bell'iniziativa peccato la lontananza non è semplice arrivarci, ma si sa che le cose belle sono difficile da raggiungere
RispondiElimina...come al solito, una descrizione perfetta di un posto invitante. Ciao
RispondiEliminainteressante, e da tener presente per il futuro.
RispondiEliminaper il tuffo sui lidi egizi, stai tranquillo che lo farò anche per te :-)
Hai ragione l'Italia è piena di luoghi come questo, sconosciuti ai più. Ed il tuo blog, nel portarli alla luce, fa un'opera davvero meritoria ed anche piacevolment utile per tutti noi che ti leggiamo :-)))
RispondiEliminama dove o hai scovato sto posto? solo tu puoi trovare queste cose
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