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La luce di Michelangelo, la tomba del Papa Giulio II


Difficile parlare dell'arte di Michelangelo Buonarroti, si tratta dell'artista italiano più conosciuto al mondo, il suo nome è legato alle più grandi opere d'arte del mondo occidentale come il David della galleria dell'Accademia a Firenze, la Pietà nella Basilica di San Pietro a Roma, la Cupola di San Pietro, gli affreschi della Cappella Sistina, ancora oggi da tutto il mondo vengono ad ammirare le sue opere, nonostante tutti i video e le pubblicazioni in digitale.

Non è raro scoprire nella sua arte aspetti nuovi a prima vista sfuggenti, negli ultimi anni molti ricercatori si sono soffermati sull'opera più sofferta di Michelangelo la Tomba di Giulio II, quella più conosciuta per il Mosè al centro, che di trova presso la Basilica di San Pietro in vincoli, nel centro storico di Roma nel quartiere Monti.

Si tratta dell'Opera che ha avuto la gestione più difficile per artista, in parte dovuta al carattere d'entrambi, dell'artista Michelangelo e del committente di Giulio II. 

La morte prematura di Giulio II nel 1512, lasciò agli eredi il compito di realizzare l'opera e dovettero intervenire spesso nel rapporto tra eredi e artista i Papi come Clemente VII, Paolo III, tanto che l'opera ha visto ben sei progetti differenti e da San Pietro Basilica si è passati alla Basilica di San Pietro in vincoli, dal 1505 al 1544, 39 anni per realizzare questo progetto.

Il progetto anche se impoverito e ridimensionato rispetto alla prime stesure, si nota per la caratterista dello studio della luce, l'artista Michelangelo aveva analizzato nei minimi particolari l'esposizione dell'opera al visitatore  studiando la luce che le finestre della Basilica emanano nel mese di Aprile, il periodo di maggiore afflusso, il tutto studiato per valorizzare al meglio l'opera e la sua comprensione.

Quest'ultimo aspetto dell'arte di Michelangelo ne fa ancora oggi uno dei più grandi artisti di sempre, dai grandi artisti c'è sempre qualcosa da imparare.

Per saperne di più: Basilica di San Pietro in Vincoli

Commenti

  1. Ci sono stata a San Pietro in Vincoli, ricordo l'urna con le catene ma sono passati tanti anni. Ho in programma di tornare a Rome...quando si potrà !! Saluti

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  2. L'opera la conosco ma vederla illuminata dal sole ha un fascino diverso.
    Ciao Carmine, buon proseguimento.
    enrico

    RispondiElimina
  3. Roma è tra i posti dove mi piacerebbe tornare appena sarà possibile farlo in sicurezza!

    RispondiElimina
  4. Quante meraviglie e che sofferenza non potersi muovere liberamente senza autocertificazioni o green card o altri divieti...

    RispondiElimina
  5. Non vedo l'ora di poter tornare a Roma ed ammirare queste meraviglie.
    Grazie, caro Carmine, sei sempre preziosissimo.
    Un caro saluto,
    MG

    RispondiElimina

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