Ogni anno si tiene a Cusco questa antica celebrazione in onore del Dio Sole che attira visitatori da ogni parte del mondo ma sono soprattutto coloro che discendono dagli inca che vengono per riappropriarsi della propria cultura non è solo una un rituale, ricco di danze, musica.
L'Inti Raymi è una delle feste più importanti della cultura Inca. Secondo alcuni storici, fu istituita dall'Inca Pachacútec (1349-1408 d.C.). “Inti Raymi” è un’espressione in lingua quechua significa “festa del sole”.
È una celebrazione in onore di Apu Inti (il dio del sole), la cui rappresentazione si svolge il 24 giugno di ogni anno. Alcuni studiosi degli Inca, indicano che la celebrazione del sole segnava la fine dell'anno agricolo e inaugurava il nuovo ciclo agricolo a luglio, quindi il periodo tra l'ultima settimana di giugno e l'inizio di luglio era considerato un periodo di transizione, adatto quindi a propiziarsi gli dei.
Era forse questa la festa più importante che si teneva nella città di Cusco, durante la quale venivano fatti sacrifici rivolti al dio del sole per impedire che abbandonasse la Terra per fornire il calore necessario allo sviluppo dell' agricoltura (dai racconti di cronaca di Garcilaso de la Vega, si parla anche di sacrifici umani ).
La sede originale dell'Inti Raymi era Haucaypata (Plaza de Armas della città di Cusco), luogo in cui si riunivano i rappresentanti dell'impero provenienti dai quattro dipartimenti: Collasuyo, Contisuyo, Antisuyo e Chinchaysuyo.
Nell'antichità, il giorno dell'inaugurazione della cerimonia, l' imperatore Inca lasciava il palazzo per Haucaypata con una processione di oltre 300 orejones, membri dell'élite Inca che avevano questo nome perché indossavano grandi orecchini d'oro.
Si racconta che durante il periodo Inca, fino a 50.000 persone giunsero a Cusco da ogni parte dell'impero per quest'evento.
La festa del sole con l'arrivo dei spagnoli vene proibita tuttavia negli anni sono emersi racconti che in realtà la festa si svolgeva lo stesso ma lontano dagli occhi dei spagnoli.
La cerimonia è tornata ad essere pubblica nel 1944 grazie a Faustino Espinoza Navarro che attraverso cronache antiche e racconti passati di padre in figlio è riuscito a ricostruirne il rituale.
Oggi viene ricostruito il contesto e il solo senso spirituale e storico, tuttavia la ricchezza dei costumi, l'esecuzione di musica con strumenti tradizionali e danza tradizionali permette di ricostruire un identità di un intero popolo e di un intera nazione che altrimenti rischia di essere dimenticata .
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