Video del canale you tube © Valerio55
La ferrovia Isernia Sulmona io la conosco bene, una persona della mia famiglia arriva da quella regione, da quella provincia, da quei paesi persi in mezzo alle montagne, dove il rumore del vento che soffiava veniva interrotto solo dal suono del passaggio del treno.
Per tante generazioni questo mezzo di trasporto a basso prezzo ha rappresentato la speranza del futuro ma anche l'inquietudine di lasciare quel mondo conosciuto e quegli affetti cari, alla volta del mondo.
Sono i paesi degli emigranti, di quelle buone mani che hanno raggiunto la Germania, il Belgio, la Francia, il Regno Unito, l'America del Nord e l'America del Sud, mani in cerca di fortuna, qualche volta trovata, qualche volta solo sfiorata, qualche volta è rimasto un sogno nascosto avvolto in un fazzoletto bagnato di lacrime.
In questi anni in giro per il mondo quanti compaesani ho ritrovato, persone che non conoscevo, ma che basta uno sguardo per riconoscere. Sembra che abbiamo tutti lo stesso sguardo, gli stessi occhi, lo stesso modo di muoversi, lo stesso modo di camminare, ci riconosciamo anche al buio senza parlare.
Sei italiano? Ma se anche tu di? Vero? Incontri casuali e fortuiti a Parigi dentro un bistrot, nella stazione ferroviaria di Colonia, a Londra a Portobello Market, nella stazione della metropolitana di Zurigo, sulle spiagge di San Salvador del Brasile, in uno store a Montreal, nel mercato del pesce di Tokyo.
Ogni volta non mi pareva vero, abbracciavo persone di cui non sapevo nulla, sentivo però quel calore che solo la mia casa mi ricordava, ogni volta ero certo dell'animo che incontravo, solo la fortuna mi ha fatto incontrare i miei compaesani, è come se ognuno di noi si riconosceva nell'altro.
Non c'è stato territorio in Italia dove l'emigrazione è stata più dolorosa come quello del Molise e dell'Abruzzo, emigranti silenziosi, perché abituati al silenzio per generazioni, se queste due regioni per tanto tempo sono state poco note agli italiani ancora di più lo sono stati i loro emigranti, come fantasmi persi e ingoiati dalla terra e qualche volta anche dal mare in Argentina tra i desaperecidos .
Essendo il Molise una regione con il numero di abitanti più piccolo si è sottovaluto il fenomeno dell'Emigrazione in questa zona, altre regioni hanno avuto un numero maggiore di emigranti con la percentuale della popolazione più alta.
Il treno che scandiva i ritmi della giornata
Il treno non è stato solo un mezzo di trasporto, il passaggio del tempo insieme alla campana della chiesa segnava il tempo della giornata.
"è successo tra il suono delle campana di mezzogiorno e il treno delle tre", "ci vediamo quando passa il treno per Sulmona del tardo pomeriggio" "l'ho visto passare sotto casa appena passato il treno quello che arriva a Isernia alla 16".
Il riferimento temporale al passaggio del treno ma anche al passaggio del cuore, il passaggio del treno ricordava a chi lavorava in campagna l'affetto dei propri cari figli fratelli compagni amici e la speranza di poterli riabbracciare.
Quante storie questo treno potrebbe raccontare, storie di paese, storie di tante estati e di tanti inverni, storie di uomini e storie di donne, storie di mamme, storie di figli, storie d'amori persi e mai più ritrovati.
La favola della Zio d'America è vera ma solo uno su centomila, degli altri invece non c'è più nessuna traccia, vite perse e dissolute che si sono volute fare dimenticare.
La ferrovia aperta nel 1892 e chiusa nel 2011
Dagli anni '80 non si va più via, anzi qualcuno ritorna e forse per questo che la tratta è stata chiusa ha smesso di essere il sogno di più generazioni.
La ferrovia Isernia Sulmona venne aperta nel 1892 la prima tratta mentre il percorso intero nel 1897, 128 km un percorso dal dislivello molto alto dai 400 m si Sulmona ai 1268 m slm di Rivisondoli ( la seconda stazione ferroviaria più alta in Italia dopo il Brennero). Anello di congiunzione che avrebbe dovuto collegare Pescara il Mare Adriatico con Napoli il mare Tirreno. Un opera d' ingegneria ferroviaria, 103 tra ponti e viadotti, e 54 gallerie, tempo di percorrenza circa 4 h.
Dagli anni '80 le condizioni economiche sono migliorate nella zona ed è arrivato un certo benessere che ha favorito la costruzione di strade e la circolazione di più automobili rendendo desueto il viaggio in treno, cosi del 2011 le ferrovie decisero di chiudere la tratta per carenza di viaggiatori (secondo alcuni per la carenza di speranze).
Due associazioni d'amatori, se posso usare questo termine hanno deciso di tenere in piedi la tratta a scopo turistico. Si tratta di una delle più belle zone d'Italia (sono di parte in questo post, lo ammetto) forse meno note e conosciute ma non meno belle. Affascinante d'inverno con la neve d'inverno, colorato di primavera e d'estate.
Il 17 e 18 maggio 2014 il tronco da Sulmona a Castel di Sangro ha visto la riapertura da parte di Fondazione FS Italiane come ferrovia turistica.
Successivamente la Fondazione FS Italiane ha avviato un progetto di rilancio dei treni sulla linea, impiegando materiale rotabile d'epoca, in collaborazione con l'associazione Le Rotaie ad essa convenzionata a ai tour operator locali che ne curano l'organizzazione, in sinergia con vari operatori turistici locali. È stato quindi attivato un servizio di treni turistici chiamato Ferrovia dei Parchi.
Un possibile progetto turistico affascinante ma ..
Io ho sempre espresso le mie perplessità sulle ferrovie dismesse riciclate in ferrovie turistiche o ferrovie dimenticate, perché secondo me una tratta ferroviaria ha senso se viene percorsa tutti i giorni, altrimenti diventa solo un' occasione per spendere soldi pubblici, ferrovie sempre in attesa di finanziamenti non vanno bene, diventano delle voraci di danaro pubblico, sono ferrovie che devono finanziarsi da sole, tenerle per percorrerle sette o otto volte in un anno non ha senso e non è economicamente corretto nei confronti della società.
Oggi la tratta viene coperta da autobus e dalle automobile che impiegano di più, io voglio fare un invito alle amministrazioni locali a rivalutare il treno nei spostamenti, inquina meno, quella rete ferroviaria è una risorsa non per il turismo ma per l'intera collettività, questo treno non deve essere per i turisti ma per tutti, per primi devono essere i cittadini locali a comprendere l'importanza di quella ferrovia e non i turisti.
Il progetto turistico per quanto bello e romantico, ha bisogno di continuità, il viaggio di una volta al mese non è una garanzia per costruire un futuro. Ci deve essere un calendario preciso e referibile, gli operatori turistici devono saperlo un anno prima non una settimana prima.
L'iniziativa di una gita di un giorno non fa turismo
La zona è poco accessibile sia da Roma che da Napoli si impiega molto tempo per arrivare, il viaggio deve dare la possibilità alle persone di arrivare le coincidenze sono importanti, per un viaggio in giornata.
Ora l'iniziativa sembra solo pensata per un passatempo locale, per una gita, questo non fa turismo, questa fa festa, va bene ma poi bisogna costruire professionalità intorno ad un progetto.
Se si viene da lontano è logico aspettarsi la possibilità di passare qualche giorno in qualche località, tranne Roccaraso noto per il turismo invernale, delle altre località si conosce poco anche solo delle possibilità offerte, arrivare a Roccaraso in treno sarebbe un ottimo input al turismo.
Bello andare lenti ma questo deve avere uno scopo, le ferrovie non sopravvivono per il ricordo ma se sono integrate alla vita e alla società odierna.
Il treno Isernia Sulmona merita attenzione a più livelli
Questa del rivivere il viaggio Isernia Sulmona è una bella idea ma manca un progetto turistico per essere promozione del territorio, come manca un progetto di viabilità in cui questo sia inserito.
Le potenzialità ci sono ma non basta, è vero che la Svizzera ha fatto dei viaggi in treno un grande business ma questi ci sono tutti i giorni e sono facilmente accessibili e integrati con le altre reti di trasporto e con la rete delle offerte turistiche, dove si percepisce un tutt'uno, non mi risulta che lo sia in Molise come in Abruzzo.
Arrivare a Isernia, da Roma in treno 2, 10 h da Napoli circa 2,10- 2,35h,
Arrivare a Sulmona da Roma Tiburtina in 3h e da Pescara 1 h
Caro Carmine, veramente un bel servizio, molto interessante, quanto ci hai spiegato.
RispondiEliminaIo non conoscevo quella ferrovia di Isernia tutto molto interessante.
Ciao e buon fine settimana.
Tomaso
sono più o meno 4 h per percorrere l'intera tratta
RispondiEliminaInteressante come sempre i tuoi servizi buona fine settimana.
RispondiEliminaQuanti Km. di binari bruciati. Poi ce ne pentiremo. Concordo con la tua visione.
RispondiEliminaTu hai ragione se non c'è un vero progetto e che ha senso solo se il treno passa tutti i giorni. Ma se le Ferrovie dicono no, come è probabile, qual è l'alternativa? L'abbandono completo? E' un peccato.
RispondiElimina@ ambra
RispondiEliminaci vogliono proposte coraggiose come togliere la linea di autobus che attulmente collega i paesi e lasciare il treno
il sapere di avere più corse al giorno, le persone trovaranno conveniente invece dell'auto
utilizzare il treno,
treni diretti per raggiungere Roccaraso in treno da Napoli bisogna fare 4 cambi basterebbe fare dei treni diretto o per lo meno un solo cambio a Isernia
senza dimenticare che a volte le stazioni sono fuori dal paese quindi prevedere un collegamento con il paese in coincidenza con arrivo degli orari dei treni
Il turismo può essere utile ma non può risolvere da solo il problema della dismissione della linea e neanche possiamo fare diventare tutte le linee dismesse museo, abbiamo già mille musei vuoti che non riusciamo a mantenere
la linea può rivivere solo se inserita in un quadro di mobilità regionale o interregionale
i tuoi pst sono tutti da salvare... grazie Carmine!!!!
RispondiEliminaE' un post molto interessante sotto diversi punti di vista... credo tu abbia ragione, forse c'è davvero bisogno di fare scelte più sensate e sicuramente più coraggiose.
RispondiEliminaAnche secondo me "una tratta ferroviaria ha senso se viene percorsa tutti i giorni". In ogni caso una linea come quella da te descritta fa pensare a tanta storia, del costume e del lavoro soprattutto. Ma anche a ricordi e particolari come quelli riportati da Paolo Rumiz qualche anno fa', nel suo viaggio alla ricerca di linee secondarie ancora - all'epoca - in funzione in Italia.
RispondiEliminabellissimo post, io non conoscevo questa ferrovia!!!
RispondiEliminaAnche se non lascio commenti seguo tutti i tuoi post a questo non potevo non commentare,sono di castel di sangro e il treno di cui parli passa da qui ci vorrebbe proprio non solo per i turisti una volta ogni tanto ma tutti i giorni e a diversi orari perche' ci sono tanti ragazzi che studiano a sulmona o a isernia e sarebbero molto agevolati con il treno.Grazie per il post ciao a presto.
RispondiEliminaOh Carmine.. che fascino i treni.. che storie, che racconti, che tempo portano con se. Affascinante questo post e sicuramente sarebbe bello percorrere tutta la tratta, con un bel taccuino su cui annotare tutto ciò che il viaggio sussurra.. Grazie!
RispondiEliminaE' un vero peccato! Ma in Italia le cose si fanno senza la testa, spesso.....
RispondiEliminaSerena domenica
Ciao Carmine,
RispondiEliminache viaggio pittoresco, e mette tristezza pensare che non sia più possibile.
Purtroppo pure qui nel nostro Cantone è successo con 2 linee ferroviarie, quella della Valmaggina fece l'ultima corsa nel 1963, e anche quella della Mesolcina fa solo una corsa l'anno. se ti interessa, trovi i video facilmente su youtube ev contattami via mail che te li mando.
Buona Domenica,
Dany
Purtroppo le ferrovie pensano solo ai ritorni economici senza considerare nient'altro. Che peccato non poter più avere la possibilità di fare questo viaggio
RispondiEliminanon ne avevo mai sentito parlare, grazie per le informazioni, buona domenica !
RispondiEliminaComplimenti, un post davvero interessante, con una critica costruttiva! E' bello poter venire a conoscenza queste situazioni.
RispondiEliminaCiao
Alice
Ciao Carmine non conoscevo questo tratto di ferrovia ed e peccato che sia messa in disuso permanente, la stessa cosa successe alla ferrovia Calalzo Dobbiaco il progresso non sempre a portato progresso.
RispondiEliminaBuona domenica.
Che bello il ricordo legato a questi emigranti... siamo andati in tutte le parti del mondo a portare la nostra storia e i nostri desideri, le nostre speranze e la nostra buona volontà. Dovremmo pensarci più spesso a quello che eravamo, forse saremmo più capaci di ricostruire anche oggi. Un abbraccio
RispondiEliminaNon conoscevo questa linea, ma speriamo che arrivi un progetto-proposta che cambi le cose e ristabilisca questa tratta. È bello il tuo post ed è proprio come dici quando si va in giro per il mondo ci si riconosce. Sono amante delle belle tradizioni, complimenti come sempre Carmine per il tuo post, un abbraccio
RispondiEliminamolto ok!
RispondiEliminaciao
Che peccato abbandonare le linee ferroviarie.
RispondiEliminaBuona domenica! Baci
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RispondiEliminasi conosce sempre poco del Sud Italia, non sapevo dell'esistenza di un treno tra le vette dell'appennino
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RispondiEliminaCiao Carmine, un vero peccato abbandonare tratti di ferrovia.
RispondiEliminaSempre interessante leggere i i tuoi post!!
Un abbraccio e felice settimana!!!
Coi tempi moderni sono cambiate davvero tante cose, purtroppo i ritmi ci hanno imposto certe scelte....speriamo che si riesca a rivalutare il tutto...
RispondiEliminabuona settimana!
Interessantissimo e poi... io sono un grande appassionato di ferrovie. Un salutone, Fabio
RispondiEliminaCiao Carmine i miei suoceri sono di Agnone Isernia e hai parlato di luoghi con problematiche che conosco bene...grazie ciao!
RispondiEliminaRimango in attesa dei tuoi aggiornamenti per capire se questa interessante iniziativa verrà strutturata meglio... Buon fine settimana!
RispondiElimina